Manca una settimana all'uscita di And Winter Came...! Ricordo che i primi paesi nei quali il nuovo album di Enya verrà pubblicato il 7 novembre sono: Benelux, Francia, Germania, Italia e Svizzera.
4 commenti:
Anonimo
ha detto...
Ho apprezzato Enya fin dall'inizio, quando ancora non era conosciuta in Italia. Se, però, si confrontano i primi album con gli ultimi, non si può non osservare che le canzoni ricalcano tutte uno stereotipo tendente al melodico pop lento o veloce, con concessioni al commerciale , talora, evidenti e che c'è molta meno varietà di tipologie di canzoni rispetto a ciò che Enya sapeva offrire agli inizi: dal gaelico puro (e non tanto di lingua quanto di musica) alle cose tipo 'Cursum perficio' (per quanto ispirato ai 'Carmina Burana') oltre al melodico che, ultimamente e attualmente, pervade ed omogeneizza i suoi lavori, rendendoli meno variati e più piatti e monotoni... volendo, poi, tralasciare un discorso importante per un artista: quello che dovrebbe saper rinnovarsi senza perdere le sue caratteristiche naturali e distintive... mentre Enya dimostra di scavare sempre più nello stesso solco, passando e ripassando sullo stesso percorso già fatto dal bue (Enya è del Toro...) con l'aratro... Evoluzione? Che cos'è questa cosa?! Verrà solo con l'inverno? Speriamo! Almeno prima dell'ultima stagione del ciclo annuale e della vita...
Ciò che dici è perfettamente vero. Basta vedere "la caduta di stile" (a mio parere) avvenuta soprattutto con Amarantine che non regge il confronto con i precedenti album. Alla fine anche Enya ha dovuto cedere all'inevitabile giogo delle regole del mercato discografico perdendo ovviamente qualcosa ossia parte dell'unicità che contraddistingue il suo stile. Vediamo cosa ci riserverà questo nuovo album.
Credo che l'atteggiamento di Enya sia quello che si definirebbe per altri e in genere un atteggiamento conservatore. Ogni scelta racchiude in sé pro e contro, però è sciocco andarsi a chiudere in vicoli ciechi e in gabbie musicali. E' vero: stiamo parlando di un'artista estremamente tipica ed originale, il cui sound è immediatamente riconoscibile e a lei riconducibile. In altre parole: se Enya si modificasse rischierebbe di perdere una parte di se stessa e la sua identità. E poi...è proprio necessario cambiare il proprio, 'quello' stile se quella è la musica dell'artista stesso? Tuttavia, se noi prendiamo un esempio su tutti, i Beatles, possiamo comprendere come questo gruppo si sia evoluto da LOVE ME DO a LET IT BE, restando se stesso assolutamente eppure crescendo, sperimentando, spaziando, EVOLVENDOSI... basterebbe pensare a una canzone come HEY JUDE, rivoluzionaria nella sua struttura e tipicità. Per non dire di tante altre creazioni (THE FOOL ON THE HILL, ELEANOR RIGBY...). Altrettanto si chiede ad un'artista divenuta in breve una numero uno e...noi pubblico ormai sappiamo che quando l'artista diventa grande può dettare - ECCOME! - i suoi modi espressivi perfino all'industria discografica che si deve arrendere di fronte ai modi espressivi e creativi dell'artista. Insomma una rivincita dell'artista che ha sfondato nei confronti dell'idiozia ed ottusità del discografico e di certe logiche che vorrebbero sempre SHE LOVES YOU, I WANT TO HOLD YOUR HAND e nemmeno immaginano che quell'artista possa partorire di più (HEY JUDE). Questo NON STA ACCADENDO CON ENYA. E' vero che da sempre le composizioni della fase iniziale della carriera sono sempre le più genuine e creative, fatta salva una fase acerba iniziale dove già s'intravedono segni incerti o più chiari di quel che sarà la fase di piena maturita'. E' vero che Enya ci ha abituato DA SUBITO a vere perle iniziali (le conosciamo tutti, titoli e caratteristiche dei brani dei primi album). E' vero che è difficile mantenersi a certi liv elli per lungo tempo. E' vero che Enya pur cedendo all'orecchiabilità ha sfornato gioielli (LEGGI DI QUALITA') anche di commercialità (i suoi hit singles più noti). E' vero che ancora in 'Amarantine' c'è qualcosa di bello (It's in the rain ad esempio...ma non solo). PERO' C'E' UNA STAGNAZIONE E RIPETITIVITA' , COME PER LA SCELTA DI UN BRANO INTRO STRUMENTALE, SEMPRE, DI ALBUM IN ALBUM, NEL FATTO DI ANDARE A RIFARE QUEL TIPO DI BRANO CHE LE HA DATO IL SUCCESSO, NEL FATTO DI RIEMPIRE DI BRANI POP MELODICI GLI ULTIMI CD, ANZICHE' SPAZIARE TRA UNA VARIETA' SI STILI E PEZZI CHE AFFASCINEREBBE E ATTIREREBBE DI PIU' L'ASCOLTO: IL BRANO POP COMMERCIALE, IL GAELICO, IL LENTO, IL VELOCE, L'ETEREO, ECC. . PERCARITA'! ENYA E' ABILE E SAPIENTE MA ENYA PUO' (POTENZIALITA') E POTREBBE FARE DI PIU' IN QUESTO SENSO...MA NON LO FA... CONSERVA, NON RISCHIA, PER QUANTO IL SUO LAVORO SIA METICOLOSO E PROFESSIONALE... SI CHIEDE TROPPO A ENYA? NO! QUESTA DOVREBBE ESSERE ANCHE UN'ESIGENZA INTIMA E FORTE PER UN VERO ARTISTA, UN FUORICLASSE, COME ENYA E', UNO CHE VOGLIA PROGREDIRE E NON CREARE SEMPRE LA STESSA OPERA, PUR SE CON TITOLI E MELODIE DIFFERENTI. ENYA, PUR CON I SUOI RIFERIMENTI MUSICALI (CHE AVRA' AVUTO ED AVRA'), HA CREATO UNO STILE CHE, DA NOI, E' ANCHE STATO EPISODICAMENTE MA SFACCIATAMENTE RIPRESO (PER NON DIRE ALTRO!) DAL NOSTRO CANTAUTORE A LEI PIU' PROSSIMO: BRANDUARDI. NEL SUO ALBUM 'ALTRO ED ALTROVE' BEN 2 BRANI SONO DEBITORI AD ENYA ('LO STRANIERO' CHE SCOPIAZZA LA STRUTTURA ED ARRANGIAMENTO DI UN PEZZO NOTISSIMO DI ENYA, 'ORINOCO FLOW'...UNA VERA ASSURDITA'! ...E 'IL BACIO' CHE PRENDE DI FATTO 2 SU 3 PARTI MELODICHE DI 'LAZY DAYS' DI ENYA E - BRAVURA DEL NOSTRO 'MUSICISTA' - TRASFORMA IL PEZZO DI ENYA IN QUALCOSA DI PIU' LUNGA DURATA - PUR UTILIZZANDONE SOLO PARTE - E DI MIGLIORE (COME ARRANGIAMENTO DELLA MELODIA E RESA CREATIVA). CHE DIRE? ANCHE I GRANDI HANNO LE LORO DEBOLEZZE, OLTRE ALLE LORO FORZE... COME SI FA A CHIUDERSI IN UNA GABBIA DI MUSICA DORATA COME E' LA MUSICA DI ENYA? COME SI FA A RINUNCIARE AL PROPRIO STILE SCOPIAZZANDO L'ARTISTA IRLANDESE PER RENDERE IN TEATRO, DAL VIVO, CIO' CHE ENYA STESSA NON FA DAL VIVO, RINUNCIANDO PERFINO AI CONCERTI E LIMITANDOSI A CREARE IL SUO 'MULTISTRATO VOCALE' IN STUDIO? EPPURE.....: PRIGIONIERA L'UNA DELLA SUA MUSICA, L'ALTRO, INVECE, FALENA CHE SI BRUCIA ALLA LUCE DELLA STELLA CHE BRILLA NEL FIRMAMENTO MUSICALE MONDIALE... EPPURE, SE OGNUNO SEGUISSE LA SUA VIA E LA SUA NATURALE CRESCITA, ACCETTANDO ANCHE I MOMENTI DI FERMO LE STASI CREATIVA COME FISIOLOGICI... SAREBBE MEGLIO. IN FONSO, NON E' TANTO UNA QUESTIONE DI PORTARE IL PANE A CASA... LA FATA IRLANDESE ED IL MENESTRELLO ITALIANO... HANNO, CI LORO HITS E CARRIERE, VENDUTO! E NON SOLO IN IRLANDA E IN ITALIA... COMUNQUE SIA...EVVIVA ANGELO, EVVIVA ENYA!
4 commenti:
Ho apprezzato Enya fin dall'inizio, quando ancora non era conosciuta in Italia. Se, però, si confrontano i primi album con gli ultimi, non si può non osservare che le canzoni ricalcano tutte uno stereotipo tendente al melodico pop lento o veloce, con concessioni al commerciale , talora, evidenti e che c'è molta meno varietà di tipologie di canzoni rispetto a ciò che Enya sapeva offrire agli inizi: dal gaelico puro (e non tanto di lingua quanto di musica) alle cose tipo 'Cursum perficio' (per quanto ispirato ai 'Carmina Burana') oltre al melodico che, ultimamente e attualmente, pervade ed omogeneizza i suoi lavori, rendendoli meno variati e più piatti e monotoni... volendo, poi, tralasciare un discorso importante per un artista: quello che dovrebbe saper rinnovarsi senza perdere le sue caratteristiche naturali e distintive... mentre Enya dimostra di scavare sempre più nello stesso solco, passando e ripassando sullo stesso percorso già fatto dal bue (Enya è del Toro...) con l'aratro... Evoluzione? Che cos'è questa cosa?! Verrà solo con l'inverno? Speriamo! Almeno prima dell'ultima stagione del ciclo annuale e della vita...
Ciò che dici è perfettamente vero. Basta vedere "la caduta di stile" (a mio parere) avvenuta soprattutto con Amarantine che non regge il confronto con i precedenti album. Alla fine anche Enya ha dovuto cedere all'inevitabile giogo delle regole del mercato discografico perdendo ovviamente qualcosa ossia parte dell'unicità che contraddistingue il suo stile. Vediamo cosa ci riserverà questo nuovo album.
I'm so impatient!!!! :)
Credo che l'atteggiamento di Enya sia quello che si definirebbe per altri e in genere un atteggiamento conservatore. Ogni scelta racchiude in sé pro e contro, però è sciocco andarsi a chiudere in vicoli ciechi e in gabbie musicali. E' vero: stiamo parlando di un'artista estremamente tipica ed originale, il cui sound è immediatamente riconoscibile e a lei riconducibile. In altre parole: se Enya si modificasse rischierebbe di perdere una parte di se stessa e la sua identità. E poi...è proprio necessario cambiare il proprio, 'quello' stile se quella è la musica dell'artista stesso? Tuttavia, se noi prendiamo un esempio su tutti, i Beatles, possiamo comprendere come questo gruppo si sia evoluto da LOVE ME DO a LET IT BE, restando se stesso assolutamente eppure crescendo, sperimentando, spaziando, EVOLVENDOSI... basterebbe pensare a una canzone come HEY JUDE, rivoluzionaria nella sua struttura e tipicità. Per non dire di tante altre creazioni (THE FOOL ON THE HILL, ELEANOR RIGBY...). Altrettanto si chiede ad un'artista divenuta in breve una numero uno e...noi pubblico ormai sappiamo che quando l'artista diventa grande può dettare - ECCOME! - i suoi modi espressivi perfino all'industria discografica che si deve arrendere di fronte ai modi espressivi e creativi dell'artista. Insomma una rivincita dell'artista che ha sfondato nei confronti dell'idiozia ed ottusità del discografico e di certe logiche che vorrebbero sempre SHE LOVES YOU, I WANT TO HOLD YOUR HAND e nemmeno immaginano che quell'artista possa partorire di più (HEY JUDE). Questo NON STA ACCADENDO CON ENYA. E' vero che da sempre le composizioni della fase iniziale della carriera sono sempre le più genuine e creative, fatta salva una fase acerba iniziale dove già s'intravedono segni incerti o più chiari di quel che sarà la fase di piena maturita'. E' vero che Enya ci ha abituato DA SUBITO a vere perle iniziali (le conosciamo tutti, titoli e caratteristiche dei brani dei primi album). E' vero che è difficile mantenersi a certi liv elli per lungo tempo. E' vero che Enya pur cedendo all'orecchiabilità ha sfornato gioielli (LEGGI DI QUALITA') anche di commercialità (i suoi hit singles più noti). E' vero che ancora in 'Amarantine' c'è qualcosa di bello (It's in the rain ad esempio...ma non solo). PERO' C'E' UNA STAGNAZIONE E RIPETITIVITA' , COME PER LA SCELTA DI UN BRANO INTRO STRUMENTALE, SEMPRE, DI ALBUM IN ALBUM, NEL FATTO DI ANDARE A RIFARE QUEL TIPO DI BRANO CHE LE HA DATO IL SUCCESSO, NEL FATTO DI RIEMPIRE DI BRANI POP MELODICI GLI ULTIMI CD, ANZICHE' SPAZIARE TRA UNA VARIETA' SI STILI E PEZZI CHE AFFASCINEREBBE E ATTIREREBBE DI PIU' L'ASCOLTO: IL BRANO POP COMMERCIALE, IL GAELICO, IL LENTO, IL VELOCE, L'ETEREO, ECC. . PERCARITA'! ENYA E' ABILE E SAPIENTE MA ENYA PUO' (POTENZIALITA') E POTREBBE FARE DI PIU' IN QUESTO SENSO...MA NON LO FA... CONSERVA, NON RISCHIA, PER QUANTO IL SUO LAVORO SIA METICOLOSO E PROFESSIONALE... SI CHIEDE TROPPO A ENYA? NO! QUESTA DOVREBBE ESSERE ANCHE UN'ESIGENZA INTIMA E FORTE PER UN VERO ARTISTA, UN FUORICLASSE, COME ENYA E', UNO CHE VOGLIA PROGREDIRE E NON CREARE SEMPRE LA STESSA OPERA, PUR SE CON TITOLI E MELODIE DIFFERENTI. ENYA, PUR CON I SUOI RIFERIMENTI MUSICALI (CHE AVRA' AVUTO ED AVRA'), HA CREATO UNO STILE CHE, DA NOI, E' ANCHE STATO EPISODICAMENTE MA SFACCIATAMENTE RIPRESO (PER NON DIRE ALTRO!) DAL NOSTRO CANTAUTORE A LEI PIU' PROSSIMO: BRANDUARDI. NEL SUO ALBUM 'ALTRO ED ALTROVE' BEN 2 BRANI SONO DEBITORI AD ENYA ('LO STRANIERO' CHE SCOPIAZZA LA STRUTTURA ED ARRANGIAMENTO DI UN PEZZO NOTISSIMO DI ENYA, 'ORINOCO FLOW'...UNA VERA ASSURDITA'! ...E 'IL BACIO' CHE PRENDE DI FATTO 2 SU 3 PARTI MELODICHE DI 'LAZY DAYS' DI ENYA E - BRAVURA DEL NOSTRO 'MUSICISTA' - TRASFORMA IL PEZZO DI ENYA IN QUALCOSA DI PIU' LUNGA DURATA - PUR UTILIZZANDONE SOLO PARTE - E DI MIGLIORE (COME ARRANGIAMENTO DELLA MELODIA E RESA CREATIVA). CHE DIRE? ANCHE I GRANDI HANNO LE LORO DEBOLEZZE, OLTRE ALLE LORO FORZE... COME SI FA A CHIUDERSI IN UNA GABBIA DI MUSICA DORATA COME E' LA MUSICA DI ENYA? COME SI FA A RINUNCIARE AL PROPRIO STILE SCOPIAZZANDO L'ARTISTA IRLANDESE PER RENDERE IN TEATRO, DAL VIVO, CIO' CHE ENYA STESSA NON FA DAL VIVO, RINUNCIANDO PERFINO AI CONCERTI E LIMITANDOSI A CREARE IL SUO 'MULTISTRATO VOCALE' IN STUDIO? EPPURE.....: PRIGIONIERA L'UNA DELLA SUA MUSICA, L'ALTRO, INVECE, FALENA CHE SI BRUCIA ALLA LUCE DELLA STELLA CHE BRILLA NEL FIRMAMENTO MUSICALE MONDIALE... EPPURE, SE OGNUNO SEGUISSE LA SUA VIA E LA SUA NATURALE CRESCITA, ACCETTANDO ANCHE I MOMENTI DI FERMO LE STASI CREATIVA COME FISIOLOGICI... SAREBBE MEGLIO. IN FONSO, NON E' TANTO UNA QUESTIONE DI PORTARE IL PANE A CASA... LA FATA IRLANDESE ED IL MENESTRELLO ITALIANO... HANNO, CI LORO HITS E CARRIERE, VENDUTO! E NON SOLO IN IRLANDA E IN ITALIA... COMUNQUE SIA...EVVIVA ANGELO, EVVIVA ENYA!
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